licenza sportiva n° 228443



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Tour de corse historique 2014

 

   

 

La nostra avventura comincia come gli altri anni con la cena scaramantica da Mosè a Celle Ligure prima dell'imbarco notturno a Savona. Sbarchiamo in perfetto orario a Bastia lunedì mattina e subito ci dirigiamo a Porto Vecchio luogo di partenza e di arrivo del Tour 2014. Abbiamo quasi una giornata per poter fare l'etallonage e testare un paio di prove della gara per controllare se tutto è in ordine. Procediamo con calma e precisione, ripetiamo l'etallonage un paio di volte per sicurezza, i conti tornano, andiamo sulla prova 1 e sulla 18 per controllare la taratura degli strumenti.Il tardo pomeriggio e la mattina di martedì sono dedicate alle verifiche amministrative e tecniche. Noi siamo la prima macchina della media bassa e non sembra arrivare mai la nostra ora. Vediamo sfilare le prime 50 vetture della velocità, ci portiamo al parco chiuso e finalmente arriva il nostro turno. Affrontiamo le prime due e uniche prove della giornata, facendo qualche esperimento di troppo con gli strumenti ed il cronometro ma i risultati non sono quelli sperati. Chiudiamo la prima giornata al quarto posto con un po' di amaro in bocca.

Mercoledì abbandoniamo gli esperimenti e torniamo alla vecchia classica maniera. Eugenio guida da maestro con il solito piede “pesantuccio” io raffronto le note con il road book, aggiungo metri, aggiorno il blunick. Superiamo indenni da guasti meccanici le quattro prove della giornata e solo nell'ultima riusciamo ad ottenere un terzo assoluto. Siamo primi della media bassa ma da queste prime sei prove abbiamo capito una cosa: il rally non è come quello degli scorsi anni per tre motivi: primo, le medie sono simili a quelle degli anni scorsi ma le strade sono più difficili; secondo, gli equipaggi presenti sono molto più preparati ed agguerriti delle passate edizioni e terzo la vetture sono molto più preparate per questo tipo di gara. Noi abbiamo la nostra mitica Flavia, preparata e domata solo come Eugenio sa fare (un binomio di garanzia assoluta), ma oltre certi limiti non è possibile portarla. Gareggiare contro mostri da oltre 250 cv e con peso di circa 8/900 kg è improponibile. Anche se noi gareggiamo in media bassa e gli altri in media intermedia, il raffronto gioca sempre a loro favore. Escono da un tornante e in poche centinaia di metri scaricano tre marce e si portano in media, noi arriviamo al limite ed anche oltre, abbiamo i pistoni che chiedono pietà, il contagiri che non scende mai sotto i 5000 giri eppure non riusciamo a stargli davanti. Medie basse, intermedie ed alte.

Tralasciamo la media alta perché è velocità pura. Sono macchine da corsa con particolari fuori omologazione e fanno gara a sé. Chi prende più anticipi ha vinto e poi confronta i tempi con quelli della velocità. La differenza di media fra la bassa e l’intermedia è di circa l’ 11% ma le macchine sonocompletamente diverse per anno di costruzione e tipologia. Prendiamo ad esempio la nostra Flavia, anno di omologazione 1963 e un 911 2.4/2.7 anno di omologazione 1970. L’evoluzione della prima, nata con intenti tutt’altro che sportivi e sostituita poi dalla Fulvia, è stata limitata e non ha mai avuto intenzioni sportive da assoluto. Al contrario la seconda ha avuto negli anni un’evoluzione che l’ha portata ai massimi livelli di competitività. Al Tour de Corse ci troviamo a combattere contro questi mostri con maneggevolezza e competitività da macchine moderne.

Quando parti in una speciale con medie basse da oltre 60 km orari devi pensare solo a tenere giù e dare tutto quello che hai. Qui il connubio e la coesione tra Pilota, Auto e Navigatore è fondamentale. Tutto deve essere perfetto, le mani devono scivolare sul volante per passare da una curva all’altra senza interruzioni, e le distanze devono essere aggiornate ancor prima che il pilota te lo chieda e con i ritmi che ci sono non è sempre facile, la macchina deve essere al 100% per assecondare il pilota e il navigatore. In queste particolari situazioni la Flavia ed il suo equipaggio si sanno esprimere al meglio. Vi posso assicurare che affrontare prove di 25/30 km con medie variabili da 58 a 64 di media e portare a spasso 1150 kg a vuoto e cinque metri di lunghezza, stando nei tempi e nelle distanze imposte non è sempre cosa facile. Ma finalmente arrivano le prove più guidate, la 7-8-9-10 che compongono il quartetto della terza giornata. Prove dove non contano solo i cavalli ma la giuda, l'affiatamento, la coesione tra pilota e navigatore e la preparazione della macchina. Nel misto stretto Eugenio fa danzare la Flavia da una curva all'altra, la scompone, la riprende, le chiede il massimo dove ha bisogno e la rispetta nei tratti meno impegnativi, ascolta le mie indicazioni anche se a volte devo urlare per fargli togliere il piede. Ogni tanto siamo anche in anticipo ma il fatto di rallentare lo irrita, sono arrivato a minacciare di togliere lo staccabatteria! Ebbene a fine giornata siamo terzi assoluti, terzi di giornata con due secondi, un terzo e un quarto posto. I primi due (Porsche 911 e 914/6) sono imprendibili e la nostra gara è sul quarto (altra 911) che non vuol saperne di perdere il terzo posto e sopratutto di essere dietro ad una Flavia.

Venerdì penultimo giorno. Partiamo bene con un terzo posto nella 11. La 12 sulla carta si presenta abbordabile ed infatti l'affrontiamo tranquilli. Percorriamo circa un terzo di prova e ci prepariamo ad affrontare una serie di tornati abbastanza distanziati dove si riescono a scaricare bene le prime tre marce. Siamo in terza allegra, si avvicina il primo tornante, colpetto di freno scalata rapida in seconda ma... non entra, la leva vibra e sembra voglia staccarsi, proviamo a rimettere la terza ma anche questa si rifiuta. Attimo di panico!!!!!! Non possiamo finire qui la gara! Con il motore a zero giri Eugenio tenta di mettere la seconda con molta delicatezza e questa volta entra. Sospiro di sollievo ma a questo punto non la leviamo più fino a fine prova. Arriviamo in seconda sfruttando il motore dai 1500 ai 7500 giri. Che roccia questo boxer!E adesso ci sono 42 km per arrivare all'assistenza, impossibile pensare di farli in seconda.

Ripetiamo la manovra precedente e fortunatamente mettiamo la quarta. Al piccolo trotto arriviamo all'assistenza. Abbiamo 12 minuti per timbrare al C.O. fare benzina e provare a mettere una pezza al cambio. Antonio, il nostro super meccanico da gara, si fionda sotto la macchina e scopre subito il problema. La leva del cambio è tenuta insieme al cambio da un bullone passante che si è semplicemente spezzato. Esce da sotto la macchina, estrae dal furgone assistenza una piattina di ferro, un trapano un cacciavite e una manciata di attrezzi e si ributta sotto la Flavia. I minuti passano veloci, il C.O. è vicino ma bisogna arrivarci. Quando mancano due minuti all'ora x sguscia da sotto la Flavia e ci fa ripartire raccomandandoci di usare molta delicatezza perché la riparazione è provvisoria e riusciamo a non pagare penalità. Una riparazione da maestro che ci ha permesso di finire la giornata per poi riparare definitivamente il guasto al parco assistenza serale! Ma per finire la giornata manca ancora la 14, la mitica e unica prova di "Notre Dame de la Serra" .Oltre 28 km di prova speciale che o odi o ami. Eugenio per fortuna l'ama. Siamo fiduciosi.

Partiamo rilassati ma concentrati, sappiamo che il cambio non è al 100%, i rilevamenti sono pochi perché il percorso non ne permette, dobbiamo affidarci più al nostro senso che alle note. Una prova tutta da guidare senza un'attimo di respiro, un susseguirsi di brevi allunghi dove puoi recuperare interrotti da una serie infinita di destra e sinistra senza respiro. Il manto stradale non è in buone condizioni ma non importa, è più il tempo che sei con la macchina di traverso o che salti da una cunetta all'altra. L'importante è tenere giù, mai mollare, volare da una curva all'altra senza respirare. Mi sembra di aver fatto la prova in apnea tanto è stata veloce e riusciamo ad uscire nel tempo imposto di 27,12. Siamo secondi a sole due penalità dalla solita 911. Ma questa volta ne abbiamo messe dietro tante. A fine giornata siamo ancora terzi assoluti ma con questa prova abbiamo 9 punti di vantaggio sul quarto. Un pò di respiro in più e la contentezza di aver fatto una prova superlativa. Secondi su Notre Dame non capita tutti i giorni.

Sabato, ultime quattro prove. I primi due salvo imprevisti o rotture sono imprendibili, la nostra meta è salire sul gradino più basso del podio ma sempre sul podio! Il capolavoro lo facciamo nella prova 17. Prova inedita con continui cambi media che ci fanno pensare ad un percorso molto vario. Ed infatti è così. Una prima parte veloce ci permette anche un grande recupero seguita da una serie infinita di destre e sinistre da togliere il fiato. La Flavia non passa da una curva all’altra ma vola senza mai risparmiarsi fino alla fine di questa prova. Siamo sicuri di non aver fatto errori ma il risultato è superiore alle aspettative. Su dieci rilevamenti totalizziamo sei zeri e quattro penalità in tutto. Naturalmente vinciamo la prova e consolidiamo il nostro posto in generale. Solo la bandiera a scacchi dopo la 18 ci tranquillizzerà e ci permetterà di ottenere un terzo tanto difficile quanto voluto e meritato posto. Il resto è solo divertimento e piacere, salire sulla pedana, essere intervistati e ricevere i premi è il finale che cancella gli errori commessi e ti ripaga di tutto! Quest’anno, anche se il risultato non è stato brillante come nelle passate edizioni, abbiamo veramente dato il massimo noi e la vettura che si è dimostrata affidabile ed indistruttibile.

Di più non potevamo fare, troppo potenti le vetture davanti a noi e molto preparati gli avversari. Personalmente sono molto soddisfatto di questo terzo posto, è stata una gara molto impegnativa e sofferta. Personalmente la considero al pari di una vittoria! Il primo e doveroso ringraziamento è sicuramente per le nostre mogli che lavorando al nostro posto ci hanno permesso di fare questo rally. Altrettanto alla Flavia in primis e tanto per non ripetermi ad Eugenio, al grande meccanico da corsa Antonio e alla figlia meccanico/navigatrice Serena, a Julia e Claudio, a Tiffany e Silvio, ad Alessandro e Cesarino, al puntuale e preciso reporter Luciano e a tutti gli amici che ci hanno seguito in gara e da casa.

Marco
Ottobre 2014